Corrispondenza 13 Nov 2022

Lavar pomodori in mare meglio di qualsiasi ristorante

Ma chi lo scarta il grasso, vedessi come suggo il grasso del porco. La scorsa primavera ero in una fattoria inglese in cui mi inimicai chiunque per il modo in cui trattavano le loro capre, ma per lo meno vantavano pollame eccellente e così mi cuocevo un sei otto ova alla volta mai lesinando a strutto. Bevo olio evo da bottiglia, come fosse latte. Io ... non saprei dire di autocoscienza, perché da anni non ho altre retisociali che questa, supplizio per altre vie, e che oggi ho riattivato. Il motivo lo si indovina. Ma in fin dei conti, tacere o parlare oggi più che mai è lo stesso, quindi far ciò che si vuole per conto proprio, implicando che lo si sappia, sarebbe già al di là.

Quel che chiami terrone per me è il mio unico orgoglio nazionale. Forse sogno un'italia che sia più greca che italiana, dal sembiante giudeo mentre si intinge di strutto e gelsomino. Questo è il bacino cui appartengo ed il motivo per cui son qui. C'è dell'ebbrezza pur nel greco ma è infine spenta, la cadenza turca dei passi, il re la re del baglamadaki, ma il greco d'oggi è caduto, ancora non digerisce qui la cacciata dall'eden e pontificano come se la loro non fosse latente froceria. Dico loro adelphoi ma innanzitutto non storpiando il dittongo come è lor costume di volger tutto a iota e alla fine ci scorniamo e basta, immagina le agrimi. Non mi riesce di provar odio ma diffiderei dei cosiddetti logoi, un po' più di come diffido dei miei. Ma c'è accoglienza, senza dubbio. Più accoglienza che in Italia assicurato. Specialmente in Creta dove, nei posti onesti, o si ha la taverna semiabusiva o nessuno ti consente di fermarti al ristorante. 'Perché se ho da mangiare in casa?', questo è un atteggiamento che trovo solo nella mia bisnonna lucana, assillata dai giovani in pellicola, che neppur parlava italiano. Ma per grazia o disgrazia io nacqui in questa lingua. Ed è pur sempre la lingua di chi ha perso la testa in un punto di fuga, chi pagava becchini per studiarne i cadaveri, giocava bene ai dadi, abbrustoliva le rane, villeggiava nell'indice dei proibiti, aveva splendidi costumi da pagliaccio, la lista è immensa e ricorre in tutte le età. Vivere una doppia vita, un fatto totalmente italiano. O nessuna o due! Entrambe intensamente da fracassarsi almeno parte di quel cranio. Mentre il greco, pur avendo discrete olive come noi, pensa di aver due vite ma non vive neppur una delle due. O forse hai ragione tu, mi indigno solo perché qui un capucino costa tre volte. E non differenziano neppur la monnezza. Idiota senza frontiere metto da parte il sacco dell'umido e non so che farmene.


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